Asma in gravidanza, problemi per il feto?

 Gravidanza e asma

L’asma bronchiale è molto diffusa: in Italia ne soffre l’1-4% delle donne, che convivono con una persistente infiammazione delle vie aeree con broncospasmo e mancanza di respiro. Se già presente prima del concepimento è uno dei disturbi che, durante la gravidanza, interferisce maggiormente con la buona salute della madre e del nascituro.

Non è possibile prevedere l’andamento dell’asma in gravidanza: può peggiorare, non manifestarsi o addirittura migliorare.
Il rischio però, se la futura mamma soffre di asma, è alto: le crisi di dispnea possono determinare una riduzione dell’ossigeno nel sangue e compromettere la crescita intrauterina del feto.

 

Come comportarsi?

Bisogna sempre valutare se è più rischioso prendere farmaci, che potenzialmente interferiscono con  il corretto sviluppo embrionale, o rischiare la rianimazione della mamma o l’ipo-ossigenazione nel feto. I farmaci anti asmatici per inalazione non sono dannosi se assunti sotto controllo del medico. Gli steroidi orali possono causare degli effetti maschilinizzanti nel feto, perciò se ne limita l’uso alla stretta necessità e per periodi brevi.
L’asma può essere affrontata in gravidanza con controlli periodici, terapia appropriata, evitando l’esposizione a fumo o allergeni che possono scatenare le crisi e il momento del parto è affrontabile preferibilmente attraverso un cesareo con anestesia perdurale.
Se la mamma soffre d’asma il nascituro può sviluppare lo stesso disturbo con una probabilità 9 volte superiore rispetto alla norma.

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