Tac o Risonanza Magnetica, che differenza c'è?
La tomografia computerizzata (TC, quella che fino a poco tempo fa era indicata come Tac) e la risonanza magnetica (RM) sono due tecniche diagnostiche, utili per ottenere delle immagini dettagliate di diverse aree del corpo. La prima utilizza le radiazioni ionizzanti (raggi X), la seconda, invece, sfrutta un campo magnetico. Oltre al differente principio di funzionamento cosa cambia e quali sono le principali applicazioni? Ci risponde la Coordinatrice Tecnica di Radiologia.
La TC è una tecnica di diagnostica usata in Radiologia che utilizza le radiazioni ionizzanti per ottenere delle immagini tridimensionali. Durante l’esame le aree del corpo da studiare vengono attraversate da un fascio di raggi X che, grazie ad un sofisticato sistema di elaborazione, si trasformerà nelle immagini tridimensionali che permettono al radiologo di formulare la diagnosi.
La TC viene impiegata soprattutto in campo neurologico per valutare eventuali emorragie ma è molto utile anche in campo ortopedico per la valutazione delle strutture scheletriche e in campo oncologico per diagnosticare i tumori e seguire nel tempo i progressi delle terapie. Può essere utile anche in campo vascolare per valutare lo stato dei vasi sanguigni e in campo cardiologico per lo studio del cuore. In alcuni casi è necessario iniettare il mezzo di contrasto, un liquido che rende le strutture da esaminare più visibili. Il paziente viene fatto sdraiare su un lettino che scorre all’interno dell’apparecchiatura. A causa della dose significativa di radiazioni emesse, la TC deve essere eseguita solo se strettamente necessario soprattutto nei giovani, nei bambini e nelle donne in gravidanza che devono sempre far presente la loro condizione e ricorrere se possibile a modalità diagnostiche alternative.
La risonanza magnetica è una tecnica diagnostica che sfrutta i campi magnetici per ottenere immagini dettagliate di tutti i distretti corporei. Questo esame non utilizza radiazioni ionizzanti e per questo è possibile sottoporsi più volte alla procedura anche ad intervalli ravvicinati. La risonanza viene prescritta soprattutto nel settore neurologico, per evidenziare patologie dell’encefalo o del midollo, ma è molto utile anche in campo oncologico per la diagnosi dei tumori. Spesso si ricorre alla risonanza anche in campo ortopedico- per valutare la struttura delle ossa- e in ambito cardiologico per valutare la funzione cardiaca. L'esame può essere condotto senza problemi anche sui bambini e le donne in gravidanza, ad eccezione del primo trimestre, dato che il campo magnetico a cui si è sottoposti è molto potente e potrebbero esserci delle controindicazioni.
Prima di essere sottoposti all’esame il personale sanitario si accerterà che non siano presenti pace-maker, clip vascolari e protesi metalliche anche se da diverso tempo la maggior parte dei metalli usati in campo medico sono compatibili con la risonanza magnetica. Il paziente si sdraia su un lettino all’interno del macchinario e dovrà seguire le indicazioni fornite dal tecnico di radiologia attraverso un microfono. Anche per questo esame può essere necessario iniettare il mezzo di contrasto. A parte il forte rumore emesso dall’apparecchiatura (per questo verranno forniti tappi o cuffie per le orecchie), non si tratta di una procedura invasiva, la cosa importante è stare fermi per tutta la durante dell’esame.
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