Aura epilettica: quella fase che precede una crisi
Vi dice niente il termine “aura”? Chi soffre di emicrania penserà certamente a quei sintomi che accompagnano alcune forme di cefalea. Oltre a quella, però, esiste anche un’aura associata all’epilessia e in particolare all’epilessia focale (la tipologia più diffusa, nella quale il cortocircuito elettrico si limita ad una sola regione del cervello).
Si tratta della fase iniziale delle crisi ed è caratterizzata da particolari manifestazioni soggettive che solo la persona con epilessia percepisce, non visibili all’esterno e che la avvisano dell’inizio della crisi.
La durata è estremamente variabile, da pochi secondi a un minuto, così come sono variabili le manifestazioni, che dipendono dalla regione di corteccia cerebrale interessata: se è quelle che ci consente di sentire i suoni, il paziente potrà sentire musiche, voci, rumori che non esistono. Se invece è coinvolta la regione che percepisce gli stimoli visivi, si creeranno visioni di luci colorate, immagini o flash.
Difficilmente c’è una sola manifestazione, spesso sono molte associate tra loro: per esempio nelle epilessie del lobo temporale frequentemente viene percepita una sensazione allo stomaco, come una nausea che sale fino alla gola e che si associa ad una tachicardia e una sensazione di ansia che può arrivare fino ad una vera e propria paura immotivata. Altre volte invece si configura come un’impressione di aver già vissuto il momento o di averlo sognato. Se ci troviamo invece nelle regioni che comandano la sensibilità del corpo ci potrà essere una aura caratterizzata da formicolio, impressione di avere un braccio più grande o più pesante, fino ad un vero e proprio dolore.
Saperla riconoscere è estremamente importante perché permette alla persona di prepararsi alla possibile crisi in arrivo e può fornire indicazioni sul punto preciso in cui ha origine la scarica. Dall’altra parte, però, talvolta le auree sono lo stadio iniziale di una epilessia che si manifesterà anche molto tempo dopo e per questo quei sintomi così particolari possono essere erroneamente interpretati come malattie psichiatriche, gastro-intestinali o oculistiche, così da rendere difficile la diagnosi.
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