Trapianto di fegato: il primo paziente nell’intesa Lombardia-Liguria e il secondo caso da un donatore a cuore fermo
E’ un paziente di 55 anni ad inaugurare ufficialmente la cooperazione tra le due regioni che permette di portare avanti il programma di trapianti epatici per i cittadini liguri a Niguarda.
Grazie al patto tra le due regioni, infatti, le liste d’attesa per chi aspetta un organo in Liguria sono state mantenute aperte e gli interventi vengono realizzati “in trasferta” nell’ospedale milanese. “E’ una collaborazione importante tra la nostra équipe e quella dell’ospedale San Martino di Genova, dove il paziente è stato seguito per la fasi preparatorie all’intervento - spiega Luciano De Carlis, Direttore della Chirurgia Generale e dei Trapianti -. Una volta avuta la conferma della disponibilità dell’organo, il paziente è stato trasferito qui a Niguarda per essere sottoposto al trapianto. Quando si sarà ristabilito dall’intervento farà ritorno in Liguria e sarà seguito presso il centro genovese per il follow–up successivo”.
Dopo il caso da primato - che lo scorso 3 settembre ha portato Niguarda ad essere il primo centro italiano ad eseguire un trapianto di fegato con un organo prelevato da donatore a cuore non battente - nei giorni scorsi la stessa procedura è stata replicata con successo su un altro paziente.
Anche in questo caso si è proceduto al prelievo dell’organo dopo i 20 minuti di osservazione necessari per confermare l’assenza di attività cardiaca.
Passato questo intervallo - quello che gli addetti ai lavori definiscono come “no touch period”- il donatore è stato collegato al macchinario dedicato alla circolazione extracorporea (ECMO - ExtraCorporeal Membrane Oxygenation) che ha consentito la perfusione e l'ossigenazione post-mortem e in situ degli organi addominali.
“La nostra équipe ha prelevato l’organo dal donatore che è stato seguito al San Raffaele - prosegue De Carlis -. Il fegato è stato poi trapiantato qui a Niguarda. Questo secondo caso a poche settimane dal primo va letto come una precisa intenzione di rendere questo tipo di tecnica sempre più di routine. Il trapianto da donatore a cuore fermo è, infatti, una possibilità concreta, da non trascurare per incidere realmente sui tempi di attesa per chi aspetta un organo”.
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