1939-2019: una storia lunga 80 anni

Il 10 ottobre 1939 veniva inaugurato a Milano il nuovo Ospedale Niguarda.

Entrava quel giorno la nostra prima paziente, la signora Luigia, affetta da colecistite acuta e ricoverata presso la divisione medica.

Da allora molta strada è stata fatta e in questi 80 anni la sua storia si è intrecciata con la storia, la cultura e l’evoluzione del sapere medico italiano.
Niguarda infatti, che originariamente doveva chiamarsi “Ospedale del Perdono”, ha saputo crescere e rinnovarsi, affrontando importanti trasformazioni strutturali e organizzative che lo hanno reso l’Ospedale di riferimento regionale e nazionale che oggi conosciamo.

Nato come “costola periferica” del Policlinico di Milano, la sua costruzione si inserisce in un complesso di operazioni economico-infrastrutturali che miravano alla trasformazione del volto della città ed erano finalizzate a dotare l’intero territorio regionale di una rete sanitaria efficiente, basata sul policentrismo di strutture moderne ed economicamente sostenibili.

Il 13 luglio del 1932 l’ing. Giulio Marcovigi e il prof. Enrico Ronzani, incaricati di “dar vita a questa utopia” consegnarono il progetto del Niguarda, la cui pianta sembrava evocare nel suo schematismo l’immagine di un essere umano titanico, pronto all’azione. Poggiato
solidamente sui due fabbricati dell’accettazione e del pronto soccorso, il “grande organismo” aveva le due gambe costituite dai reparti chirurgici, il torace delimitato dalle medicine, gli arti superiori dalla pediatria e
dall’ostetricia; la testa era rappresentata dai servizi generali e il cuore, al centro, dalla Chiesa.

E finalmente, il 10 ottobre del 1939 fu inaugurato il Nuovo Ospedale di Milano, la cui spesa complessiva, tra i costi di acquisto del terreno, di edificazione e di arredi, arrivò a 101 milioni di lire, 75 dei quali erano stati raccolti dai benefattori. Il Consiglio degli Istituti Ospitalieri di Milano espresse così il proprio orgoglio e passione per questo nuovo polo della salute: “Mentre Francesco Sforza, principe di alto sentire e che fu consacrato dalla storia, dotava Milano dell’Ospedale Maggiore Vecchio, la beneficenza milanese ha dotato Milano dell’Ospedale Maggiore Nuovo. All’opera del principe si è sostituita l’anima e l’opera del popolo”.

Se è vero che dagli anni ’30 ad oggi Niguarda è cambiato, ciò che da allora però è rimasta immutata è la sua identità di un grande Ospedale generale che si prende cura con professionalità, impegno, passione e
sensibilità di ogni persona che qui entra con un bisogno di salute.
 
 

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