CHIRURGIA DELL'EPILESSIA

La possibilità di curare l'epilessia attraverso la chirurgia "è di casa" a Niguarda da 30 anni. Claudio Munari, alla cui memoria il centro è dedicato, acquisì i fondamenti di questa branca pionieristica a Parigi, alla corte dei suoi mentori Jean Talairach e Jean Bancaud. Il neurochirurgo Giorgio lo Russo e gli epilettologi Laura Tassi e Stefano Francione lo affiancarono nell’avventura di fondare dapprima il centro di chirurgia dell’epilessia di Grenoble (tuttora attivo grazie all’attività degli allievi francesi) e successivamente quello dell’ospedale Niguarda, grazie anche all’attività catalizzatrice dell’amico fraterno Giuseppe “Pippo” Scialfa, allora direttore della Neuroradiologia. Tra la fine del 1999, momento della prematura scomparsa di Munari, e giugno 2023 il centro è stato diretto da Lo Russo, con la corresponsabilità scientifica di Benabid di Grenoble nei primi anni. Il gruppo è quindi cresciuto per l’ingresso di numerosi altri collaboratori e altrettanti nuovi metodi e tecnologie che hanno arricchito l’armamentario disponibile per diagnosi, cura, formazione e ricerca.
Oltre 2.500 pazienti sono stati operati nella struttura leader in Italia per casistica e tecnologie impiegate.


Per chi è la chirurgia


Si stima che in Italia le persone affette da epilessia siano 600.000, ma non tutti sono candidabili per un intervento di resezione. L'indicazione chirurgica è da prendere in considerazione solo per quei pazienti affetti da un'epilessia cosiddetta focale e farmacoresistente. L'epilessia è definita "focale" quando le crisi hanno inizio in una zona unica e delimitata della corteccia cerebrale. Con il termine "farmacoresistente" si indica invece un'epilessia che non viene soddisfacentemente controllata dai farmaci anti-crisi. Tuttavia, è importante precisare che la farmaco-resistenza non è condizione indispensabile per l’indicazione chirurgica: la resezione di una lesione epilettogena può risparmiare al paziente anni di terapia farmacologica e tutti gli effetti collaterali da essa determinati.


Tecnologie d'avanguardia


La "caccia" alla zona epilettogena presuppone una serie di indagini molto sofisticate. Si basano sullo studio clinico dei sintomi, su quello neurofisiologico con l'elettroencefalogramma (EEG) e sulle indagini di neuroimaging, tra cui soprattutto la risonanza magnetica. Grazie a queste valutazioni si riescono a individuare i casi da inviare in sala operatoria, ma ci sono situazioni più complesse in cui è difficile identificare la zona epilettogena: ecco allora che si può ricorrere alla Stereo-EEG, un'indagine per la quale il centro è all'avanguardia, tanto che alla struttura si rivolgono anche numerosi pazienti stranieri. Questa metodica viene eseguita con tecniche stereotassiche che consentono di impiantare elettrodi nel cervello per individuare la zona epilettogena. La procedura è guidata da mappe dettagliate di imaging 3D ed è assistita da un robot che allinea gli strumenti utilizzati dal chirurgo con le traiettorie pianificate.


I risultati


Se si riesce a individuare con precisione "l'epicentro" della crisi, la chirurgia riesce a liberare dall'epilessia circa il 70% dei pazienti; in certi casi, ad esempio per chi soffre di epilessia del lobo temporale, la proporzione di successi sale all'80-90%. In altri casi, ancora, l'intervento da solo non garantisce una guarigione completa dalle crisi ma comunque trasforma l'epilessia in farmaco-sensibile, per cui vi è un controllo efficace delle crisi con i farmaci. Questi interventi ovviamente non sono semplici: per questo è importante affidarsi a centri specializzati, che possono fare un'analisi approfondita di ogni singolo caso. Per questo motivo i pazienti a Niguarda vengono seguiti da un’équipe in cui, oltre a neurochirurghi e ad epilettologi, svolgono un ruolo insostituibile neurofisiologi, neuroradiologi, specialisti in medicina nucleare, neuroanestesisti, pediatri, neuropsicologi cognitivi, anatomopatologi e fisici. È inoltre determinante la presenza di infermieri e tecnici sanitari che abbiano sviluppato competenze specifiche.


Prima si interviene, meglio è


Niguarda, con circa 170 interventi all'anno, da solo concentra il 40-50% dei casi operati per epilessia in Italia. Circa il 30% dei pazienti è rappresentato da bambini e ragazzi sotto i 18 anni. È consigliabile intervenire il più presto possibile, anche in età pediatrica. Prima il bambino si libera dalle crisi, prima potrà completare il normale sviluppo cognitivo. Nel nostro Paese purtroppo, un po' per pregiudizio, un po' per scarsa informazione e per la limitata presenza di centri specializzati, ancora si arriva all'intervento con diversi anni di ritardo.


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Centro Munari Chirurgia dell'Epilessia e del Parkinson - Ambulatorio

AREA: Nord
PADIGLIONE: 16
ALA/SETTORE: A
PIANO: terra
STRUTTURA: Centro Munari Chirurgia dell'Epilessia e del Parkinson